Terrore: Jihad – Parte Seconda

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Nonostante chi abbia l’accortezza di informarsi, possa ben comprendere quanto alcuni pregiudizi sul Corano siano errati, come ho già affermato nella prima parte di questo articolo, in un’era come questa, dove ogni cosa è veloce, spesso manca la voglia e ci si affida alle parole di persone che legittimiamo a parlare solo perché siedono in uno studio televisivo, o hanno un titolo di qualche tipo. Ciò che credo, tuttavia, è che i titoli non siano mai rivelatori della conoscenza di una persona, o della sua obiettività, a voler pensar male.

Quindi spesso le parole del Corano vengono estrapolate dal contesto e l’intero loro significato viene storpiato in maniera che l’opinione pubblica possa recepire solo le immagini più crude. Tuttavia la stessa cosa può essere fatta con qualunque altro testo sacro, prendiamo ad esempio la Bibbia:

Prendi tutti i capi del popolo e falli impiccare davanti al Signore (Numeri 25: 4 -Idolatria d’Israele nelle pianure di Moab-)

Ora uccidete ogni maschio tra i fanciulli e uccidete ogni donna che si è unita con un uomo; ma tutte le fanciulle che non si sono unite con uomini, conservatele in vita per voi. (Numeri 31: 17-18)

Ucciderete ogni maschio e ogni donna che abbia avuto rapporti con un uomo; invece risparmierete le vergini.(Giudici 21: 11)

Potrei continuare, ma credo di aver reso l’idea. Visto? Risulta molto semplice trasformare un testo in qualcos’altro. Farò giusto un paio di esempi tanto per rendere ancor più lampante il concetto. Questi sono alcuni dei versetti che spesso vengono citati al fine di “provare” quanto l’Islam sia una religione barbara e violenta e di come il Jihad sia il degno retaggio di tale società:

Capitolo 2 (Surah al-Baqara), versetto 191 viene citato come segue:

Uccideteli ovunque li incontrate.

Per comprendere il pieno contesto di questo versetto, leggiamo insieme i versetti dal 190 al 193:

Combattete per la causa di Dio contro coloro che vi combattono, ma senza eccessi, ché Dio non ama coloro che eccedono. E uccideteli ovunque li incontrate, e scacciateli da dove vi hanno scacciati: la persecuzione è peggiore dell’omicidio.

Ma non attaccateli vicino alla Santa Moschea [a Mecca], fino a che essi non vi abbiano aggredito. Se vi assalgono, uccideteli. Questa è la ricompensa dei miscredenti. Se però cessano, allora Dio è perdonatore, misericordioso. Combatteteli finché non ci sia più persecuzione e il culto sia [reso solo] a Dio. Ma se desistono, non ci sia ostilità, a parte contro coloro che prevaricano.

Il contesto chiarisce che il versetto 191 permette ai Musulmani di Medina di difendersi contro l’aggressione dei miscredenti di Mecca. Ovviamente non dice che i Musulmani devono andare in giro nel mondo ad uccidere ogni infedele che trovano!

Capitolo 4 (Surah an-Nisaa), versetto 74, che incoraggerebbe lo spargimento di sangue:

Combattano dunque sul sentiero di Dio, coloro che barattano la vita terrena con l’altra. A chi combatte per la causa di Dio, sia ucciso o vittorioso, daremo presto ricompensa immensa. (Surah an-Nisaa, 4:74)

Coloro che citano questo versetto, difficilmente considerano il versetto successivo n. 75 che spiega l’obiettivo e la giustificazione per il jihad minore:

Perché mai non combattete per la causa di Dio e dei più deboli tra gli uomini, le donne e i bambini che dicono: “Signore, facci uscire da questa città di gente iniqua; concedici da parte Tua un patrono, concedici da parte Tua un alleato? (Surah an-Nisaa, 4:75)

Questo versetto esorta chiaramente i Musulmani a sollevarsi in difesa di uomini, donne e bambini oppressi. Le religioni non dovrebbero spingere alla difesa di uomini, donne e bambini oppressi?

Concludendo, cosa possiamo dedurre da tutto questo discorso? Qui non si sta cercando di capire se una religione sia “buona” o “cattiva”, né se una religione sia più o meno valida di un’altra, poiché questa è materia di fede e qualunque giudizio qualitativo passa per un filtro di valori che è totalmente personale. Ciò che sto invece cercando di dire, è che non si deve in alcun modo lasciare che le informazioni ricevute diventino automaticamente il nostro pensiero. Nonostante sia molto più facile lasciar pensare qualcuno al nostro posto, nonostante questo sia molto più veloce, dobbiamo sempre fare lo sforzo di ricontrollare ciò che ci viene sottoposto come “vero” (motivo per il quale al fianco dei passi citati, ho messo gli opportuni riferimenti alla loro posizione all’interno dei rispettivi libri sacri), oppure si rischia di percorrere sentieri oscuri che non andrebbero intrapresi mai e poi mai: quello dell’ignoranza, quello dell’insensata violenza, quello della schiavitù del pensiero. Di questi argomenti e di altri, si parlerà all’interno dei prossimi articoli.

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